Perché comprare quando puoi copiare?

Il grande mangia il piccolo“, si è sempre detto. Ed è successo molte volte nel passato. Anche con una mia iniziativa.

Chi mena per primo, mena due volte“, si diceva, anche, nei migliori bar di Caracas, e a Roma. Si faceva riferimento al “First Mover” colui che, muovendosi prima degli altri, riusciva a prendere un vantaggio competitivo importante: tempo di ingresso sul mercato, brand loyalty e leadership tecnologica, diritto di opzione su risorse scarse, rafforzamento derivante dallo switching cost dell’utente e soprattutto il vantaggio dei rendimenti crescenti.

Poi c’era il concetto del “Make or Buy“, parte del processo decisionale strategico. “Fare o comprare?“, questo era il dilemma. E non avevi alternativa: o costruivi quello che ti serviva o compravi un servizio terzo. 

Poi, nel digitale, più che mai, tutto è cambiato.

Anche concetti come questi, sono quasi da rivedere, oggi.

Chi detiene grossi volumi di utenti, le loro informazioni ed è in grado di influenzarne lo spostamento ed il comportamento, ha un grosso potere aggiuntivo. Un potere che permette di rischiare meno (costo), ma fare meglio (qualità) e fare prima (tempo crescita). Un potere che permette di lasciare agli altri la possibilità di provare ad innovare, osservarne la validazione di un possibile nuovo modello, per poi muoversi e decidere: “comprare o copiare“? 

E come avrete letto ultimamente questo nuovo dilemma è sempre più frequente.

L’annuncio di Lasso, fatto ormai poco tempo fa, ha visto Facebook tornare alla sua strategia “se non puoi comprarlo, copialo“. Questa volta la strategia è stata applicata all’ex Musical.ly – ora TikTok (dopo l’acquisizione) – l’app popolare tra adolescenti che permette di sincronizzare il video registrato con routine di ballo a brevi porzioni di brani preferiti, dal valore stimato di oltre 1 miliardo di dollari.

Al momento dell’acquisizione, Musical.ly contava circa 60 milioni di utenti mensili attivi attirando l’attenzione di Facebook che, per via dal della sua popolarità con un pubblico più giovane e vedendone crescere la popolarità a livello mondiale, come già fatto in altre circostanze, ha deciso di lanciare una copia creata in un hackathon interno, dopo aver raggiunto un accordo con le etichette sui diritti delle canzoni.

La cultura dello sviluppo di Facebook e le risorse illimitate consentono di copiare praticamente qualsiasi modello. Questo è il punto.

Lasso è praticamente una ripetizione operativa di quello che è successo con Snapchat nel novembre 2013, dopo che Facebook fatta la proposta di acquisizione, ricevette un rifiuto: il team di Mark ha creato quattro versioni di Snapchat prima di lanciare Stories su Instagram, che alla fine è riuscito a detronizzare Snapchat in termini di popolarità creando un pubblico più vasto. Da allora, Snapchat ha mantenuto la fedeltà del pubblico più giovane negli Stati Uniti, ma Instagram Stories ha performato molto di più in termini di numero totale di utenti, attirando gli utenti più anziani che non erano particolarmente a proprio agio con Snapchat, ed è ora più del doppio in termini dimensionali.

La strategia evidenzia la “paranoia borderline” di Facebook riguardo l’ambiente altamente volatile dei social network, dove è essenziale muoversi rapidamente per acquisire o copiare qualsiasi cosa che rischia di causare un’interruzione nelle tendenze di utilizzo e allo stesso tempo possa invece diventare uno strumento ulteriore di rafforzamento dell’attenzione dell’utente e del tempo speso nel proprio “ecosistema”.

Il forte calo della popolarità di Facebook nei segmenti più giovani sta spingendo la società di Menlo Park a trovare o creare servizi per attrarre nuovi utenti: ovviamente è troppo presto per sapere se la strategia funzionerà con Lasso o se dovrà tentare più volte finché non troverà la formula giusta, ma di certo non è un caso un certo tipo di approccio al mercato.

Quindi è giusto ragionare così: perché comprare quando puoi copiarlo?

I vantaggi che una volta il “First mover” aveva, oggi non li ha praticamente più, soprattutto se non ha una forte barriera di ingresso o una protezione importante dell’innovazione che sta introducendo nel mercato: chi parte secondo, soprattutto se a partire è uno dei player del GAFAM (Google, Apple, Facebook, Amazon o Microsoft), del  BATX (Baidu, Alibaba, Tencent et Xiaomi) o anche del NATU (Netflix, AirBNB, Tesla, Uber), ha il vantaggio di poter capire come integrare un nuovo servizio, una possibile innovazione o una funzionalità di tendenza, su una base utenti forte e consolidata, spostando in poco tempo una % utenti sufficienti per validare il modello, aumentare il tempo di permanenza, e l’attenzione, distruggendo in un nulla il mercato di un player che quel mercato lo ha aperto.