Skin in the game: la filosofia del mettersi in gioco nel management e nell’imprenditorialità

Stiamo vivendo negli ultimi anni un paradosso: decisioni sempre più complesse vengono prese da persone sempre meno coinvolte direttamente nelle loro conseguenze.

Il concetto di skin in the game, reso popolare da Nassim Nicholas Taleb nel libro “Skin in the game: Hidden Asymmetries in Daily Life“e nella versione italiana “Rischiare grosso“, rappresenta una risposta potente a questa dinamica: è un invito a mettersi in gioco in prima persona, assumendo rischi reali e dimostrando coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa. In pratica, significa avere un coinvolgimento diretto e personale nelle decisioni e nei progetti, subendo in prima persona successi e fallimenti.

Oggi, più che mai, questo principio si applica al management e all’imprenditorialità, dove la credibilità, la fiducia e il valore reale si costruiscono attraverso l’impegno diretto.

Cosa significa avere skin in the game

Skin in the game non è semplicemente un modo di dire: è una filosofia di vita e di lavoro. Implica assumersi rischi personali in tutto ciò che si fa. Se un manager prende una decisione aziendale che può influire sulle vite dei suoi collaboratori, dovrebbe essere il primo a viverne le conseguenze. Se un imprenditore lancia un prodotto innovativo, deve essere disposto a metterci il proprio capitale, tempo e reputazione.

Questo principio si basa su un elemento centrale: la simmetria. Chi trae benefici da una decisione deve anche accettarne i rischi. Nassim Nicholas Taleb lo spiega chiaramente: il vero problema della società moderna è che spesso chi decide non paga mai il prezzo dei propri errori, creando asimmetrie pericolose.

I principi di Taleb: asimmetria, responsabilità e credibilità

Nel suo libro Skin in the Game: Hidden Asymmetries in Daily Life, Taleb esplora il concetto di asimmetria del rischio. Le decisioni prese senza skin in the game generano squilibri: chi decide scarica rischi su altri, proteggendosi dalle conseguenze negative e appropriandosi dei benefici positivi.

Di esempi lampanti ne esistono in ogni settore: molti dirigenti di alto livello prendono decisioni rischiose, ma quando queste portano a fallimenti, sono i dipendenti e i piccoli azionisti a pagarne il prezzo. Questo è l’opposto della leadership etica.

Avere skin in the game significa:

  • Coerenza tra parola e azione: Non chiedere ad altri di fare ciò che non faresti tu stesso.
  • Assumersi responsabilità: Mettere in gioco risorse personali per condividere i rischi.
  • Credibilità attraverso l’esperienza diretta: Le persone seguono leader che dimostrano impegno personale.

Skin in the game e leadership: l’autenticità come chiave del successo

Nel management, la skin in the game è un potente strumento per creare fiducia e ispirare i team. Un leader che si mette in gioco non solo motiva, ma dimostra che il successo è un progetto condiviso.

Diversi imprenditori hanno spesso investito il proprio capitale personale per salvare le sue aziende nei momenti critici. Questa scelta trasmette un messaggio chiaro: “Credo in questo progetto quanto voi, e sono pronto a rischiare tutto.

La leadership autentica si costruisce attraverso azioni tangibili:

  • Condivisione dei rischi con il team.
  • Responsabilità diretta nelle decisioni difficili.
  • Trasparenza sui fallimenti e sui successi.

Un leader che non ha skin in the game rischia di essere percepito come distaccato o opportunista, con conseguenze negative sulla coesione del team.

Skin in the game nell’imprenditorialità

Per un imprenditore, avere skin in the game è quasi una condizione naturale. Lanciare un progetto significa spesso mettere in gioco risparmi personali, tempo e reputazione. Questo coinvolgimento diretto non solo aumenta la credibilità agli occhi degli investitori, ma diventa anche un motore per il successo.

Taleb sottolinea che chi ha skin in the game affronta le decisioni in modo più prudente e consapevole. Un imprenditore che rischia in prima persona è meno incline a scelte impulsive e più focalizzato sulla creazione di valore reale.

La presenza di skin in the game:

  • Rafforza la fiducia degli stakeholder.
  • Incentiva l’innovazione come leva per ridurre i rischi.
  • Aumenta la resilienza nelle fasi di crisi.

Psicologia del rischio: superare la paura di mettersi in gioco

Un aspetto fondamentale della skin in the game è la gestione del rischio. Non è semplice accettare l’idea di fallire, soprattutto in una cultura che spesso stigmatizza l’errore. È attraverso il rischio che si creano opportunità significative, seppure non tutti sono predisposti e pronti ad affrontare un concetto del genere.

Per sviluppare un mindset orientato al rischio consapevole:

  1. Accettare il fallimento come parte del percorso.
  2. Valutare il rischio in modo razionale, non emotivo.
  3. Concentrarsi su obiettivi a lungo termine, anziché su risultati immediati.

Applicazioni contemporanee e implicazioni etiche

Il concetto di skin in the game è particolarmente rilevante in un mondo sempre più digitale. Dai modelli di business delle startup ai sistemi di governance aziendale, il rischio personale è spesso il discrimine tra chi crea valore reale e chi si limita a sfruttare opportunità temporanee.

Un nuovo capitolo, un nuovo pivot

Avere “skin in the game” non è solo una strategia di management o imprenditorialità: è un modo di vivere ed approcciare il futuro ed i propri cambiamenti. Significa affrontare il rischio con coraggio, responsabilità e coerenza, creando valore reale per sé, e per gli altri.

Dopo tutto, come dico da sempre, la vita è un continuo pivoting, e se nel cambiamento non ci metti la tua pelle, non lo senti come un vero cambio di direzione.