The Intelligence Age: la trasformazione del lavoro e l’obsolescenza della competenza

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale generativa (GenAI) ha guadagnato un ruolo centrale nella trasformazione del mondo del lavoro. Come evidenziato dallo studio di Sia Partners, oltre l’80% delle attività di un terzo delle professioni potrebbe essere automatizzato, e siamo solo all’inizio di una rivoluzione che cambierà il modo in cui lavoriamo, viviamo e risolviamo problemi complessi. Questa evoluzione non è solo un passaggio tecnologico: è il preludio a ciò che Sam Altman ha definito l’inizio dell’“The Intelligence Age”, un’era di straordinaria prosperità e innovazione.

Impatto settoriale e suddivisione del lavoro

Il potenziale impatto dell’AI generativa varia tra i settori, ma è significativo in aree come l’ingegneria, la finanza, il design digitale e l’assistenza sanitaria. Attività ripetitive e strutturate, come la gestione fiscale o la creazione di contenuti web, saranno tra le prime a essere automatizzate, mentre altre aree, come la sanità o il legale, vedranno l’intelligenza artificiale come supporto nella presa di decisioni complesse.

Sam Altman, nel suo post “The Intelligence Age“, sottolinea come l’intelligenza artificiale diventerà un potente strumento per aumentare le capacità umane, rendendo le persone in grado di affrontare problemi che prima sembravano irrisolvibili. Questo significa che anche settori come l’istruzione e la medicina potrebbero vedere una rivoluzione, con l’introduzione di tutor e assistenti virtuali che personalizzeranno l’apprendimento e miglioreranno la qualità delle cure sanitarie.

Nuovi modelli di lavoro: l’era del “team virtuale”

Uno dei concetti chiave introdotti da Altman è l’idea che in futuro ognuno di noi potrebbe avere un “team virtuale” composto da esperti AI in diverse discipline. Questi team ci aiuteranno a svolgere attività che oggi richiedono competenze multiple e interazioni complesse, trasformando il modo in cui collaboriamo e produciamo risultati. Questo concetto si inserisce nella visione di “lavoro aumentato“, dove l’intelligenza artificiale non sostituisce il lavoratore umano, ma ne amplifica le capacità.

Un esempio pratico può essere visto nel settore legale: un avvocato potrebbe affidare la ricerca e la revisione dei documenti a un sistema AI, concentrandosi sugli aspetti strategici e creativi del caso. Allo stesso modo, gli educatori potrebbero affidarsi a tutor AI personalizzati per offrire supporto individuale agli studenti, ottimizzando l’esperienza di apprendimento.

Efficienza e produttività: AI come forza moltiplicatrice

Lo studio di Sia Partners mostra come l’AI generativa potrebbe accelerare il 10-20% delle attività nelle professioni, portando a un significativo aumento della produttività. Sam Altman, sempre nel suo post, spinge oltre questa riflessione, immaginando un futuro in cui l’intelligenza artificiale diventerà un moltiplicatore di produttività su larga scala. “L’AI ci permetterà di realizzare molto di più di quanto possiamo fare oggi“, afferma, e il risultato sarà una prosperità senza precedenti per tutti.

L’AI non solo accelera i processi, ma porta precisione ed efficienza in compiti che finora richiedevano molto tempo e risorse. Aziende che adottano l’AI vedono miglioramenti nelle operazioni, dalla logistica alla pianificazione finanziaria. Questo livello di efficienza, secondo Altman, permetterà di concentrare risorse su sfide ancora più ambiziose, come la risoluzione della crisi climatica o la colonizzazione dello spazio.

Reskilling e Upskilling: prepararsi all’obsolescenza della competenza

Un punto critico, evidenziato sia dallo studio che da Altman, ma oggetto continuo di discussioni e confronti in ogni dove, è la necessità di preparare la forza lavoro a questa nuova era. Molte aziende non hanno ancora sviluppato piani chiari per il reskilling e l’upskilling dei loro dipendenti. Altman immagina un futuro in cui la formazione continua diventa un aspetto centrale del lavoro umano: dovremo costantemente adattarci e aggiornare le nostre competenze per sfruttare al meglio le nuove tecnologie. E questo, come dico da tempo, è legato alla velocità con cui la competenza invecchia, e viviamo un tema di obsolescenza della competenza.

Come società, la nostra capacità di navigare nell’era dell’intelligenza dipenderà da quanto investiremo nell’infrastruttura educativa e nell’accessibilità delle tecnologie AI. L’istruzione diventerà una componente essenziale per ridurre le disuguaglianze che potrebbero emergere da questa trasformazione.

Sfide e rischi: un futuro da costruire con saggezza

Nonostante le promesse, Altman riconosce che l’era dell’intelligenza porterà con sé rischi significativi, inclusi cambiamenti nel mercato del lavoro e potenziali disuguaglianze. La stessa automazione che aumenta la produttività potrebbe portare alla perdita di posti di lavoro, e questo richiederà una riflessione profonda su come redistribuire le risorse e creare nuove opportunità per tutti.

La sfida, quindi, è trovare un equilibrio tra il progresso tecnologico e la gestione etica di questi cambiamenti. Altman, e su questo condivido pienamente, avverte che l’AI non sarà solo uno strumento per i ricchi o per pochi settori privilegiati, ma dovrà essere accessibile a tutti per garantire una prosperità condivisa.

L’adozione dell’AI e il futuro dell’umanità

Sia lo studio di Sia Partners che le riflessioni di Altman convergono sull’importanza dell’adozione rapida dell’AI. Le aziende che per prime integreranno l’intelligenza artificiale nelle loro operazioni avranno un vantaggio competitivo significativo. Ma non solo, anche in contesti non solo professionali, l’adozione dell’AI porterà benefici a chi sarà usarla prima di altri. Come sottolinea Altman, il vero salto sarà quando l’AI diventerà parte integrante della vita quotidiana di ogni persona, migliorando non solo il lavoro, ma anche la qualità della vita.

Infine Altman dipinge un quadro ambizioso del futuro, in cui “la prosperità sarà così grande da sembrare inimmaginabile“. Questo richiederà un investimento in infrastrutture, energia e volontà umana, elementi necessari per far sì che l’AI diventi uno strumento di progresso per tutti, e non solo per pochi.

Un futuro luminoso e complesso

L’intelligenza artificiale generativa rappresenta una delle più grandi trasformazioni nella storia dell’umanità. Mentre lo studio di Sia Partners ci mostra il potenziale impatto sul mondo del lavoro, Sam Altman ci invita a guardare oltre, verso un futuro in cui l’AI diventerà parte integrante della nostra vita e della nostra civiltà. Le sfide saranno molte, come è comprensibile, e come è sempre successo ad ogni grande cambiamento, ma le opportunità sono altrettanto straordinarie.

Il futuro sarà così luminoso che nessuno può descriverlo adeguatamente oggi“. Ma ciò che possiamo fare è prepararci, investire in nuove competenze e infrastrutture, e abbracciare la promessa di un’era di intelligenza che potrebbe superare ogni nostra aspettativa.