Di solito non mi piace dire l’avevo detto, ma questa volta, visto il modo simpatico in cui ho scoperto che un’altra delle mie mille elucubrazioni visionarie ha preso forma, lo dico: l’avevo detto! Giuliano, uno dei veri Indigeni Digitali con i quali mi trovo ogni tanto a parlare, ha twittato pochi minuti fa un messaggio nel quale dice “Il #checkin migra sulle pagine web e l’analisi del traffico dei siti web diventa #social http://ow.ly/27LxN @fabiolalli l’aveva previsto“. In effetti il concetto descritto e l’applicazione sviluppata è praticamente la stessa che avevo pensato anche io qualche tempo fa.
Oggi gli utenti stanno impazzendo per i servizi di geolocalizzazione e l’effetto rete, contaminante per definizione, sta facendo crescere ogni giorno il numero di informazioni condivise, i check-in effettuati e i badge assegnati. Il check.in, come ho spiegato in altri post, è fondamentalmente quell’azione che l’utente compie nel momento in cui decide di condividere con gli altri determinate informazioni (una foto, un video, un parere su un locale) o semplicemente il momento in cui si trova in un determinato indirizzo. Fare un check-in significa praticamente rispondere alle 4 domande Chi?, Dove?, Cosa? e Quando? con la sola azione di un click.
Vi siete mai domandati dove ultimamente avete fatto questa azione, anche se non così esplicita? Si, proprio quella, cliccando il LIKE Button su Facebook o sui vari siti internet che hanno integrato i social plugins. Se ci pensate nel momento in cui cliccate il tasto Mi piace, a tutti gli effetti avete risposto alle stesse domande e avete dato molte informazioni:
- Alla domanda Chi? avete risposto con Nome e Cognome
- Alla domanda Cosa? avete risposto con una capillarità incredibile selezionando il singolo post
- Alla domanda Quando? avete risposto dando un istante preciso
- Alla domanda Dove? avete risposto indicativamente con le stesse informazioni di un checkIn, anche se con un livello di dettaglio leggermente inferiore. Ma neanche tanto se pensate all’analisi del traffico che viene fatto da Google Analytics…
Ma ora se vi impegnate ancora di più e ci pensate ancora un pò, vi accorgerete che il checkIn lo fanno tutti gli utenti di internet praticamente da sempre, solo che, invece di farlo con un click sul tasto CheckIn o un su un tasto Like, lo fanno subdolamente al caricamento delle pagine navigate e tutte le informazioni vengono rilevate dai sistemi di analisi del traffico.
E quindi dove sta la cosa nuova? Sta nel fatto che tutte le informazioni in questo caso diventano più social con tutti i vantaggi del caso, sia in termini di propagazione dell’informazione (effetto LIKE , condivisione verso amici e verso lo stream di altri social) sia in termini di analisi dei dati (informazioni geolocalizzate, profilate ed estremamente dettagliate).
L’ulteriore valore che secondo me andrebbe poi sviluppato ed associato al concetto di checkIn è la risposta alla 5a domanda: Perchè?
Secondo me, banalmente, basterebbe ri-attivare sui siti internet una cosa che è sempre esistita sul web: un sistema, come il like di facebook, ma che permetta all’utente però di esprimere un valore. Praticamente il classico dei più classici tasti rating, magari a cinque stelline. Si svilupperebbe così anche un informazione qualitativa, integrata ad informazioni e dati tendenzialmente quantitativi. Pensate se FourSquare modificasse il suo tasto checkIn in 7 tastini e ciascuno di questi avesse un valore. Per ogni checkIn potremmo esprimere per esempio un valore numerico che potrebbe esser contestualizzato e analizzato.
Se poi volessimo rendere preciso anche il Dove?
Utilizzando un QR Code, leggibile dalla fotocamera di un cellulare o di uno smartphone, e sfruttando i sistemi GPS integrati, potremmo avere dei dati geolocalizzati in modo più preciso al posto della localizzazione effettuata tramite IP.