Quel giorno arriva. Dopo mesi di attesa, di preghiere, di pensieri, di letture, chiacchiere e confronti con amici e parenti, quel giorno arriva e ti trovi lì, finalmente, ad incontrare quel piccolo estraneo che ti cambierà la vita. Ma in fondo non sai ancora come.
Il momento del travaglio e del parto sembrano non passare mai, è una parentesi della vita che sembra durare un’eternità, eppure sono poche ore rispetto ai nove mesi trascorsi.
Malgrado il rumore generato da chi sta assistendo al parto, l’evolversi delle azioni e dallo strillo di tua moglie nello sforzo della spinta finale, in quel momento preciso, riesci ad isolarti in un silenzio di emozioni interne. Non senti più nulla e tutto sembra iniziare a rallentarsi sempre di più. Emozioni fortissime che si alternano tra momenti di adrenalina durante i quali ti rendi conto che stai diventando padre, e momenti di paura perché sai che non puoi far nulla per alleviare quel dolore di tua moglie.
Comincia a vedersi la testa, il corpo ed il cordone ombelicale che lo lega alla madre. Lo vedi li indifeso, sporco ed in apnea e quei secondi che trascorrono tra il suo primo rigurgito ed il primo vagito sembrano lunghissimi. Poi arriva quel pianto che lo porta definitivamente in contatto con il mondo e quel suono ti arriva dentro fino al cuore, forte e dirompente come un tuono. Ti dice che lui adesso c’è.
La voglia di vederlo da vicino è irrefrenabile, tanto da continuare a pensare ai momenti che hai vissuto e rivedere le immagini sognando ad occhi aperti. Fino a quando arriva il momento di poterlo avere tra le braccia, poterlo accarezzare e sentirne l’odore. Ancora non può vederti, ma quando ti stringe il dito nella sua mano piccolissima, hai come la sensazione che ti dica di non lasciarlo più ed il senso di responsabilità nei suoi confronti sale alle stelle, ti senti un energia che potresti spaccare il mondo e cominci a sentirti grande, forse come non ti sei mai sentito.
Ti accorgi che, adesso, tutto non sarà più come prima. Gli sforzi, le ambizioni ed i progetti saranno tutti legati a lui, tutte le cose cambieranno priorità e le scelte avranno lui al centro. Di tutto.
Lo conosci da poco quel piccoletto, ma non puoi più stare senza di lui.
Io non so se sarò un padre perfetto e non credo esista una metodologia o uno schema che delinei la giusta strada, la giusta educazione o i valori di vita corretti: dovremo imparare a fare i genitori, osservando dai nostri genitori e cercando di trasmettergli il valore più grande che è il nostro amore. Ho una sola certezza: il mio impegno sarà al massimo e in ogni momento potrà contare su di me.
Benvenuto nella mia vita Mattia [14.10.2010 – ore 19.11]
Papà