La scienza definisce Convergenza Evolutiva il fenomeno per cui specie diverse che vivono nello stesso tipo di ambiente, o in nicchie ecologiche simili, sulla spinta delle stesse pressioni ambientali, si evolvono sviluppando per selezione naturale determinate strutture o adattamenti che li portano ad assomigliarsi fortemente. Tali specie sono dette convergenti.
Come avevo scritto in qualche post fa “La strana convergenza dei social” questo fenomeno, la convergenza evolutiva, si sta verificando anche all’interno di internet, agli strumenti e alle piattaforme del web: sistemi con funzionalità, target e segmenti di mercato differenti, spinti dalle veloci dinamiche della rete, dall’evolversi delle abitudini degli utenti e dalle pressioni derivanti – in molti casi – da modelli di business non sempre monetizzabili, integrano le stesse caratteristiche e strutture di altri sistemi, con l’obiettivo di attirare altri utenti, raggiungere la massa critica ed aggiudicarsi il titolo di mainstream. Ogni funzionalità accolta in massa dagli utenti, diventa una best practices e viene replicata sugli altri.
Di casi eclatanti, oltre quelli già descritti nel precedente post di agosto, ce ne sono stati altri e la convergenza prosegue a grandi passi.
Twitter ha aperto alla grande massa aggiungendo funzionalità di geolocalizzazione, condivisione di oggetti multimediali, le liste e una gestione più dettagliata dei profili degli utenti. Intorno a Google rumoreggia l’uscita di GoogleMe e procedono acquisizioni ed integrazioni di piattaforme di pagamento elettronico e prepara la sfida al social gaming e ai pagamenti virtuali.
Facebook integra nella sua piattaforma i gruppi, le funzionalità di gestione documenti e le notifiche facendo evolvere le comunità e le nicchie. Dal punto di vista della localizzazione avvia Places e lancia ufficialmente la piattaforma di Deal e le funzionalità di rewards, cominciando la vera battaglia a Foursquare dal punto di vista del local marketing e a Groupon, attraverso funzionalità di vendita di coupon-offerte a gruppi di utenti.
Foursquare dal canto suo, sentito il fiato sul collo di altri sistemi emergenti come Shopkick o Checkpoints, decide (finalmente) di fare un pò di battaglia ai Check-In fasulli e recuperare un pò di credibilità e attendibilità verso il lato business e non solo gaming.
Nasce Miso, un social che permette agli utenti di fare CheckIn, in modo simile a Gowalla e Foursquare, su un programma televisivo, condividere con gli altri commenti e messaggi e guadagnare badge.
Linkedin lancia Signal e si proietta nell’orgia social integrando i feed da Twitter e gli status da LinkedIn, migliorando la ricerca avanzata e i trending topics, e dando la possibilità agli utenti di segmentare le ricerche per rete di appartenenza, mercato o per azienda.
Dal lato del photostream Flickr dopo aver integrato la localizzazione delle foto ed il tagging degli utenti, sembra essersi fermata. Intanto nasce Instagram, che non è ancora un mainstream che integra funzionalità di cross posting, sharing di foto, commenti e like, assomigliando a Twitter.
Insomma l’ecosistema della rete si comporta nello stesso identico modo dell’ecosistema biologico, dimostrazione che la rete è fatta di persone. To be continued…
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