Questa mattina ho letto il post relativo alle infografiche sul blog di Paolo Ratto, che leggo ormai da qualche giorno. Bei post, sintetici e precisi.
Riprendo il discorso relativo alle infografiche per poi rispondere alle domande che si pone Paolo: “Cosa ne pensate dell’utilizzo delle infografiche? Le ritenete utili per la comprensione di un fenomeno, o superflue? Le utilizzate nelle vostre pubblicazioni?”
Bene, prima di tutto inquadriamo l’argomento: cosa sono le Infografiche. Wikipedia definisce le infografiche in questo modo:
(…) graphic visual representations of information, data or knowledge. These graphics present complex information quickly and clearly, such as in signs, maps, journalism, technical writing, and education. With an information graphic, computer scientists, mathematicians, and statisticians develop and communicate concepts using a single symbol to process information (…)
Un infografica non è altro che una rappresentazione di dati ed informazioni in formato grafico, con un layout che privilegia l’estetica per far risaltare alcune informazioni importanti. Le infografiche non sono un tema così moderno come si potrebbe pensare, anzi tutt’altro. Le prime infografiche sono riconducibili alla preistoria, poi successivamente alle prime cartografie e agli sviluppi successivi della toponomastica, dell’astronomia e dell’astrologia.
Oggi le infografiche sono il pane quotidiano degli Information Designers e l’utilizzo è diffusissimo dal web ai giornali, dalle riviste e pubblicazioni di statistica a libri di testo, fino al frequente utilizzo da parte di matematici, informatici e persone del marketing. La comunicatività di queste rappresentazioni, la semplicità di distribuzione e il design semplifica notevolmente i processi di comunicazione di informazioni astratte o meno.
La disponibilità dei dati in rete ha dato inoltre vita ad una nuova forma di comunicazione: l’infografica animata. I dati messi a disposizioni da testate giornalistiche, siti specializzati, società di ricerche di mercato, ha portato molti grafici e designer dell’informazione a pubblicare in rete una mole crescente di grafici animati integrando attraverso l’utilizzo di standard come l’HTML5 o il Flash, da così vita a grafici interattivi e consultabili.
Nel blog Information is beautiful di David McCandless, architetto dell’informazione che raccoglie esempi interessanti di utilizzo della componente visiva per migliorare la comprensione e la memorizzazione dei messaggi, emerge in modo evidente l’utilità e l’importanza delle immagini ed il valore delle infografiche per raccontare un fenomeno in maniera molto sintetica e mirata, che io condivido pienamente. L’utente che si trova davanti ad una serie di numeri e dati graficamente coordinati ed impostati, secondo me è favorito nella lettura, nella comprensione e nella memorizzazione e soprattutto viene stimolato all’approfondimento.
Però, c’è un però e un grosso Mah!
Qualche giorno fa ho scritto un tweet “Continuo a non capire l’utilità della condivisione di infografiche non commentate. I numeri vanno letti e commentati, no? #infographic“.
Sì, a cosa servono? Perchè stanno proliferando in questo modo, a volte, inutilmente?
Le infografiche, a mio avviso, stanno diventando una moda, purtroppo: la moda di chi condivide l’infografica più bella e più fashion, quella più cool e quella che parla del tema più caldo in quel momento, solo per esser retwittato. Poi c’è chi addirittura le mette così, as is, sul proprio blog, senza commentarle, come per dire “Toh, guarda che numeri e che stile! Ma mi raccomando, …commentateli da solo…”
Quindi, rispondendo a Paolo, con il quale mi trovo d’accordo sull’utilità e sul tipo di utilizzo delle infografiche, posso dire che trovo completamente inutile chi condivide dati aggregati e informazioni senza dirci cosa ne pensa e perchè, ma solo per il gusto di fare un pò di traffico e perchè no, fare attività di marketing per il proprio (personal) brand. Dopotutto, se ho bisogno di un quadro da commentare, magari me ne vado al museo, no?
Secondo me le infografiche sono sicuramente uno strumento efficace e con un forte impatto sulla comunicazione, sono un integrazione ad un contenuto e una modalità diversa di vedere i dati, ma soprattutto sono utili e generano dibattito, se commentate e approfondite.