Internet è ovunque.
Credo possa sembrare banale dirlo, ma è di fatto così.
Sta “invadendo” relazioni, case, auto, città e sta entrando in qualsiasi cosa. E dicendo “cosa” non sto generalizzando. Sto effettivamente dicendo che le cose, gli oggetti, sono e saranno sempre più evoluti e connessi tanto da entrare nella vita e nelle relazioni di tutti i giorni in modo meno invasivo di quanto si pensi.
Tim O’really, fondatore e CEO di O’really Media, non troppo tempo fa disse:
We’re moving to a world in which every device generates useful data, in which every action creates “information shadows” on the net.
Questa frase che poteva sembrare visionaria tempo fa, oggi è una affermazione che descrive uno stato evolutivo in atto, proprio in questa direzione. Abbiamo vissuto un rapido sviluppo negli ultimi anni che ci ha portato dal “fixed computing” ai computer connessi, dai social network alla mobilità, dall’internet of things al wearable. Evoluzione che ha consentito un passaggio epocale anche dal punto di vista della crescita dei dati (bigdata) e che ci ha portato ad una fase in cui le informazioni, i cui prefissi che ne definiscono le dimensioni si stanno spostando da terabyte a zettabyte, che provengono da social, oggetti connessi, sensori, tecnologie indossate e dal contesto, crescono all’ennesima potenza diventando quasi ingestibili.
Ma l’ingestibilità è frutto per adesso dell’incapacità di comprendere i nuovi modelli e le nuove opportunità. Oggi, non a caso, quando si affrontano i temi legati all’IT e si valutano progetti, prodotti ed opportunità, il focus ricade costantemente sulla tecnologia utilizzata perdendo di vista il fattore che influenza e definisce, a mio avviso, la crescita, lo sviluppo e l’adozione di un determinato progetto: la customer experience. Nella mole di dati che oggi ci ritroviamo a disposizione, abbiamo proprio la possibilità di analizzare e definire, attraverso analisi non più solo analitiche ma anche predittive e prescrittive, modelli e comportamenti che possono migliorare prodotti, servizi ed esperienza utente.
Ma la domanda che mi sono posto più volte, proprio per capire, è: ma cosa è l’esperienza dell’utente? La sintesi che sono riuscito ad estrapolare da più definizioni è la seguente:
L’esperienza è la forma di conoscenza diretta, personalmente acquisita con l’osservazione, l’uso e la pratica, di una determinata sfera della realtà in un arco temporale in uno o più contesti. L’esperienza nasce quindi dal ricordo ripetuto che da il via ad un processo di unificazione attraverso il quale i ricordi molteplici convergono in un’unica immagine.
In questa definizione emergono a mio avviso due elementi importanti: i ricordi e l’immagine, quella che viene associata all’emozione / sentimento che si prova nel momento in cui si vive una determinata esperienza, grazie a persone, interessi o oggetti con i quali si è in relazione.
L’associazione del concetto di ricordo ai dati che oggi abbiamo disponibili e l’abbinamento del concetto di immagine al tipo di risultato ottenibile dall’analisi dei dati, mi fa pensare che l’opportunità che abbiamo di fronte è molto più grande e potente di quello che si possa ipotizzare.
Questo significa che approcciando i dati (i ricordi) non più con una analisi analitica (che punta di fatto alla verifica di una base storica) o una analisi predittiva (che punta a definire cosa potrebbe succedere), ma con una analisi prescrittiva (il cui obiettivo è definire il comportamento ed il come le cose avverranno), si può definire una proposta (una immagine) all’utente che possa rievocare emozioni e rendere l’esperienza migliore.
E se fino ad oggi l’importanza del dato era centrata sulle relazioni sociali (social graph), o sugli interessi (interests graph) o ancora sugli oggetti connessi tra di loro (object graph), quello a cui stiamo andando incontro è di fatto un experience graph, ossia una rete di informazioni che mette l’esperienza al centro di tutto, in cui i fattori abilitanti diventano tecnologie e processi e diventano fondamentali per abilitare relazioni e connessioni tra persone, oggetti e contesto.
Internet of Everything.
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