Facebook e l’advertising sempre più profondo: grafo sociale, interessi, luoghi, prossimità e… audio (?)

Nel 2015 scrissi questo post “L’advertising che verrà: real time, profilato, attivo e a conversione immediata” : Facebook aveva comprato Wit.ai, una startup che trasforma le conversazioni in dati strutturati. Diciamo che tutto faceva pensare ad una analisi della conversazione (testuale o audio/video) sempre più sofisticata e ad un advertising sempre più puntuale e attivo, in grado di portare l’utente verso una azione diretta (prenota, compra, scarica, chiama).
Da tempo come sapete osservo le dinamiche della rete, ed in particolare sono affascinato dalle evoluzioni sempre più sofisticate di Facebook ed il modo in cui riesce a proporre contenuti mirati agli utenti. A volte questi contenuti sono così capillari, da sembrare assurdi “Cavolo ne stavo parlando poco fa!”.
Ho motivato questa capillarità di contenuti più volte, in varie discussioni, come il risultato di due fattori: i dati sempre più dettagliati raccolti sugli utenti e l’attenzione selettiva dell’utente stesso. Infatti se ad un utente proponi cose che potenzialmente gli interessano, al momento giusto, nel posto giusto, e nel contesto giusto, è possibile che a lui cada l’occhio proprio su questo contenuto, malgrado sia uno su N in uno stream complesso e denso. Appunto l’attenzione selettiva dell’utente filtrerà solo le cose che a lui interessano di più.
Per capirci, è un po’ come quando volete sposarvi e vedete tutti contenuti che parlano di matrimonio, o quando volete comprare una macchina e vedete in giro solo quel modello, fino al giorno dell’acquisto. Poi, passata l’esigenza, tutto tornerà alla normalità.
Giorni fa ero con un amico a cena. All’uscita, uscendo, lui apre la sua auto a distanza, e wow! Lui ha una Mini sulla quale è stato implementato un led microscopico sotto lo specchietto che, all’apertura del veicolo, proietta a terra lo stemma ad alta definizione della casa madre. Un po’ come il pipistrello di Batman per capirci, solo che a terra, invece che nel cielo. Ecco, io ne sono rimasto colpito, e ho detto che quel led era una cosa potente e che mi sarebbe piaciuto sulla mia macchina.
Il giorno dopo mi appare su Facebook un contenuto con una Mini, un sensore per l’auto, l’immagine Marvel e tanti piccoli altri dettagli interessanti.
Vi garantisco che non ho cercato Mini, ne tanto meno il sensore, ne tanto meno il sensore Marvel, malgrado la mia fissa, ne tanto meno ero in un luogo in prossimità di un punto vendita Mini.
Quindi, come si può giustificare questa cosa?
Si può giustificare in due soli modi:
  1. Dati + Attenzione selettiva: gli interessi del mio amico (Mini), integrati con la prossimità delle nostre posizioni quella sera, hanno generato un set di dati che ricadevano in modo puntuale nella parametrizzazione della campagna sopra che vi ho mostrato, e quindi il giorno dopo la mia attenzione è caduta proprio su quel contenuto per me interessante.
  2. Ascolto dell’audio: Facebook è in grado di analizzare le conversazioni audio dalle quali estrae contenuti utili alla profilazione.
Però, vi dico una cosa che non vi ho detto: il mio amico in questione non è su FB, quindi questo annulla completamente il concetto di cui al punto uno.
L’unica cosa che mi viene in mente (e su cui mi faccio mille domanda) è se ci sono parole chiave che vengono intercettate dal dispositivo e dall’app, passivamente: non credo che facciano streaming dell’audio (vorrebbe dire un traffico dati in upload enorme), ma l’applicazione potrebbe esser quindi in grado di analizzare suoni e informazioni così da intercettare parole nuove o cardine tanto poi da trasmetterle? Ovviamente è una mia valutazione possibile, ed una mia perplessità, visto che non è scritto da nessuna parte che lo facciano. Non vuol esser paranoia, anche perchè di solito cerco di combatterle.
Questa mattina però ho trovato questo articolo nel mio stream che dice questa cosa:

Facebook using people’s smartphones to listen to what they say, professor suggests

Ora, non voglio fare terrorismo psicologico e capisco che questo sia per qualcuno inquietante, ma fatevene una ragione: l’analisi del comportamento dell’utente è sempre più profonda, integrata in flussi di dati aggregati da più fonti e le informazioni che vi vengono proposte sono sempre più vicine a quello di cui avete realmente bisogno.
A me questi temi affascinano e non ne sono spaventato, ma bisogna esser consapevoli delle potenzialità che ci circondano, sia per comprenderle, sia per governarle, sia per utilizzarle.
UPDATE 05 Giugno 2016
Facebook mi ha scritto per segnalarmi la loro posizione rispetto al tema in oggetto (l’audio in particolare). Ha risposto al mio post e quelli usciti sullo stesso tema con questo post http://newsroom.fb.com/…/facebook… così da tranquillizzare tutti che non c’è intercettazione di audio direttamente dall’app di Facebook. Poi andrebbe verificato anche la stessa dinamica su WA e le altre app dell’ecosistema. Sicuramente i dati che metabolizza sono talmente tanti che allora è in grado proporre contenuti che sono cosi vicino alle preferenze delle persone , da cogliere l’attenzione al momento giusto.