Differenza tra metaverso e web3: non è solo una questione di termini

Dovunque oggi ci si giri si parla di Metaverso, NFT, Virtual Reality e Web3, ma spesso si fa confusione su tanti concetti, accavallandone significati e termini, se non addirittura finalità e metodo. In particolare l’errore più frequente che sento durante la narrativa mediatica è quella di confondere concettualmente il significato senza fare differenza tra metaverso e web3.

Provo a fare chiarezza sui due temi, visto che mi trovo spesso a spiegarlo e “discuterne” in rete, cercando di definire la differenza tra metaverso e web3, e partendo da un concetto di base: sono due tematiche convergenti e complementari, ma differenti.

Il Web3.

Da una parte c’è il web3, di cui ufficialmente non esiste una definizione univoca e comune a tutti, e che ha vissuto due fasi diverse nella loro caratterizzazione e definizione del termine in questi anni. Una prima definizione secondo la visione dello stesso Tim Berners-Lee, creatore del WWW, circa vent’anni fa, vedeva il Web 3.0 come un web semantico, intelligente, grazie alla sua forte caratterizzazione derivante dai dati e alimentata dai servizi evolutivi dell’Intelligenza Artificiale.

Recentemente, la necessità di cercare una soluzione alternativa al modello di internet che si è sviluppato intorno ai grandi player aggregati del GAFAM e BATX, fortemente centralizzato, ha dato luogo al Web3, i cui concetti non escludono la definizione iniziale di web3, ma si differenziano in nella componente tecnologica infrastrutturale: infatti alla base di questa definizione si aggiunge il concetto di web decentralizzato e basato su blockchain.

L’obiettivo quindi alla base dei principi della nuova fase del Web3 è quello di contrastare la supremazia degli shareholder delle grandi piattaforme web in una direzione di un internet più utente centrico e distribuito, e che veda un passaggio forte dal principio Read/Write (del Web2.0) al Read/Write/Own (del Web 3.0) e che di conseguenza vuole far uso di una grande varietà di tecnologie, la cui maturità oggi è maggiore e fortemente convergente: in particolare blockchain, Not Fungible Token (NFT), crypto (DeFi), Decentralized Autonoumus Organizzation (DAO), Intelligenza Artificiale (AI), realtà aumentata (AR), realtà virtuale (VR) e big data & analytics.

In parole povere, il web 3 nasce con l’obiettivo di non alimentare più di dati (e quindi business) solo i grandi servizi centralizzati, illudendo l’utente che sia tutto gratis come accade appunto nella fase Web 2.0, ma trasformare gli utenti in veri owner dei propri dati in grado di guadagnare grazie alla loro presenza, scelte di utilizzo e alle loro attività online, dando ad internet una dimensione inclusiva ed equilibrata.

Il Metaverso.

Dall’altra parte c’è il tema della definizione e visione di Metaverso, che nasce dalla convergenza temporale e dalla maturità di diverse tecnologie, competenze (VR, Hardware Technology, User Interface, Connettività, Gaming) ed mira a definire la convergenza tra fisico e e virtuale e che ha come base centrale del principio l’immersività e la collaborazione, e che – a mio avviso – non necessita necessariamente della blockchain: avremo sicuramente piattaforme di metaverso blockchain based, ma non sarà secondo me l’unica ed imprescindibile soluzione e possibilità.


Non c’è dubbio che si tratti di tematiche oggi in sovrapposizione narrativa (spesso confuse), fortemente complementari progettualmente e virtuosamente convergenti.

Differenza tra metaverso e web3.

C’è quindi Differenza tra metaverso e web3, secondo me si, e nell’immagine qui di seguito è ben sintetizzato.